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L'impronta di Roma: organizzazione e sviluppo urbano delle città romane

  • Immagine del redattore: Rossana
    Rossana
  • 16 giu
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 16 lug

L'urbanistica romana era un sistema completo di norme e regole che mirava a organizzare e preparare il territorio per l'edificazione, estendendosi sia alle aree urbane che a quelle rurali.

Roma: organizzazione e sviluppo urbano
Roma: organizzazione e sviluppo urbano

A differenza dei piani ippodamei, che si limitavano alla crescita delle poleis, i Romani applicavano la centuriazione nelle campagne, suddividendo il territorio agricolo in una griglia regolare di centurie (circa 50 ettari ciascuna), orientate secondo cardi e decumani.


Questa suddivisione influenzava la disposizione di strade, canali e costruzioni rurali, e le sue tracce sono ancora visibili oggi, specialmente nella Pianura Padana. Le nuove città romane, spesso di forma castrense (come gli accampamenti militari), si inserivano in questa rete territoriale.


Esempi significativi in Italia includono Aosta, con le sue mura rettangolari e la viabilità che ricalca l'ortogonalità romana, e Brescia, con la sua forte impronta castrense e l'incrocio di cardo e decumano che definiva l'antico foro. Ostia Antica è un caso eccezionale di conservazione, rimasta intatta grazie al suo abbandono, mostrando una rete stradale perfettamente leggibile.


Fuori dall'Italia, Timgad, in Algeria, è un esempio straordinario di città romana perfettamente pianificata in un ambiente desertico, con una disposizione a griglia quasi ideale e soluzioni idrauliche avanzate.


Con la divisione dell'Impero, Ravenna e Costantinopoli divennero capitali e conobbero un'intensa attività edilizia. Ravenna, scelta per la sua posizione strategica, vide la sovrapposizione dell'urbanistica bizantina a quella romana, influenzata da canali come la Fossa Augusta. Costantinopoli, invece, fu concepita come una "seconda Roma" da Costantino, con grandiose opere pubbliche e un'espansione monumentale, nonostante la morfologia del terreno impedisse un piano a griglia regolare, e le sue poderose mura la resero celebre come città inespugnabile.




L'urbanistica romana si distingue per il suo approccio sistematico e l'ampia portata, andando oltre la semplice pianificazione urbana per includere anche le aree rurali circostanti attraverso la centuriazione


Questo metodo divideva il territorio agricolo in una griglia regolare di appezzamenti, ciascuno di circa 50 ettari, chiamati centurie.


L'orientamento delle centuriazioni, come nelle città etrusche, seguiva due direttrici perpendicolari, cardi e decumani, influenzando profondamente la disposizione di strade, canali e costruzioni rurali, e lasciando tracce ancora visibili nel paesaggio agrario, specialmente nella Pianura Padana.


Il sistema della centuriazione facilitava la delimitazione delle proprietà, che in epoca augustea erano spesso molto piccole (due iugeri, meno di un campo da calcio).


Le nuove città romane si inserivano in questa rete territoriale, sovrapponendo la propria suddivisione geometrica in insulae.


Esempi di Urbanistica Romana in Italia


Diverse città italiane mostrano ancora oggi una forte impronta dell'urbanistica romana:


Aosta (Augusta Praetòria): Fondata nel 25 a.C. da Augusto, presenta la tipica forma castrense (derivante dall'accampamento militare). Il circuito rettangolare delle mura è ben conservato, con venti torri di guardia e quattro porte corrispondenti ai cardo e decumano originali. La viabilità attuale ricalca l'ortogonalità romana.


Brescia (Brixia): Sorta nel I secolo a.C. lungo la via Gallica, mantiene anch'essa una forte caratterizzazione castrense. All'intersezione del cardo (attuale via Agostino Gallo) e del decumano (via dei Musei) si trovava l'antico foro, di cui restano significative strutture come il teatro, la basilica e il Tempio Capitolino.


Ostia Antica: Eccezionalmente ben conservata, questa città portuale di Roma non è stata riabitata dopo la sua rovina nel V secolo d.C., preservando così le sue caratteristiche urbane originali. La sua rete stradale è leggibile, con il decumano allineato al Tevere e il cardo decentrato, posizionando strategicamente la città tra fiume e mare e protetta da mura sillane.



Urbanistica Romana Fuori dall'Italia: Timgad


Roma esportò la sua organizzazione urbanistica in modo ancora più rigoroso al di fuori dell'Italia, riproponendo i valori di ordine come simbolo della potenza imperiale.


Timgad (Thamugadi): Questa città nel deserto algerino, fondata da Traiano nel 100 d.C., è un esempio singolare. Adotta la tipologia castrense, con cardo e decumano che si intersecano nel foro, al centro del tracciato urbano. L'assenza di insediamenti preesistenti e la natura pianeggiante del terreno hanno permesso una perfetta applicazione del modello urbanistico romano, con oltre cento insulae residenziali di dimensioni simili.


La città, destinata ai veterani dell'esercito, era di forma quadrata perfetta e cinta da mura spesse. Presentava anche soluzioni idrauliche avanzate, con terme e fontane rifornite di acqua corrente.



Nuove Capitali Imperiali: Ravenna e Costantinopoli


Dopo la divisione dell'impero, Ravenna e Costantinopoli furono scelte come capitali e conobbero un intenso sviluppo edilizio e urbanistico.


Ravenna: divenne capitale dell'Impero Romano d'Occidente nel 402 d.C. grazie alla sua posizione strategica, protetta da un porto ben attrezzato (Classe) e da vaste aree paludose. L'urbanistica bizantina di Ravenna si sovrappose a quella romana. Se la maglia romana più antica aveva un orientamento prevalente da Sud-Ovest a Nord-Est, quella bizantina ne impose uno opposto, da Sud-Est a Nord-Ovest, influenzato dalla Fossa Augusta, un grande canale navigabile realizzato da Augusto.


Costantinopoli: fondata su un preesistente insediamento greco, Bisanzio, fu consacrata da Costantino nel 324 d.C. come nuova capitale.

La sua posizione strategica tra la Propontide e il Bosforo la rese ambita. Sebbene la montuosità del territorio impedisse un modello ippodameo a maglie regolari, furono costruiti straordinari complessi di palazzi, basiliche e monumenti. Le mura furono progressivamente ampliate, raggiungendo sotto Teodosio II la massima estensione e includendo sette alture, in analogia con Roma.

La città sviluppò una grandiosa rete di acquedotti, alimentando il mito di una città inespugnabile.


Questo quadro evidenzia come l'urbanistica romana non fosse solo un insieme di norme, ma un vero e proprio sistema per organizzare il territorio e le città, lasciando un'eredità duratura nel paesaggio e nella struttura di molte città europee e nordafricane.



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