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Arte bizantina

  • Immagine del redattore: Rossana
    Rossana
  • 8 giu
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 16 lug

Arte bizantina: fede, potere e simbolismo (395-1453 d.C.)

Di Meister von San Vitale in Ravenna - The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. ISBN: 3936122202., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=155438
Di Meister von San Vitale in Ravenna - The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. ISBN: 3936122202., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=155438

L'arte bizantina fiorisce nell'Impero Romano d'Oriente, con Costantinopoli come capitale. Inizia a delinearsi dopo la divisione dell'Impero Romano nel 395 d.C. e prosegue fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453.


Questo periodo è caratterizzato da eventi significativi come la deposizione di Romolo Augustolo (476 d.C.) e l'ascesa di Giustiniano (527 d.C.).

Gli imperatori, considerati eletti da Dio e capi laici della Chiesa, sono i principali committenti di opere religiose, promuovendo un'arte che fonde misticismo e elementi profani, con un carattere impersonale e didattico.


Arte bizantina: la questione delle immagini sacre: iconoclastia e iconofilia


Un tema centrale e controverso nell'arte bizantina è la questione delle immagini sacre.


Occidente (Latino): Gregorio Magno (VI secolo) sosteneva l'utilità delle immagini come strumento didattico per i fedeli, specialmente per gli analfabeti, affermando che "la pittura può servire all'analfabeta quanto la scrittura a chi sa leggere".


Oriente (Greco): A Costantinopoli, la controversia si polarizzò tra iconoclasti (contrari a tutte le immagini sacre) e iconofili (che le ritenevano utili e sante). Alla fine, si optò per un'aderenza rigorosa ai modelli tradizionali e consacrati, contribuendo a preservare le tecniche dell'arte greca in termini di drappeggio, volti e gesti.


L'arte bizantina è caratterizzata dalla divinizzazione dell'imperatore, dall'esaltazione del potere imperiale e di Cristo, e da una forte tendenza al simbolismo e all'astrazione.


Pittura e miniatura: dalle Icone ai codici illustrati

La pittura ha un ruolo secondario rispetto al mosaico.

Le icone sono dipinti tipici raffiguranti Cristo, la Madonna, angeli e santi, espressione di un'arte popolare sviluppatasi nei monasteri.


Le miniature mostrano un eclettismo stilistico. Esempi includono:


Il Codice dell'Iliade (fine V secolo, Biblioteca Ambrosiana, Milano), di stampo alessandrino.

Il Codice di Dioscoride (VI secolo), con miniature che rivelano influenze alessandrine e una raffinatezza nuova, come la rappresentazione frontale di Giuliana Anicia affiancata da allegorie. Le miniature sono accostabili ai dittici imperiali in avorio del VI secolo, tavolette intagliate con l'imperatore all'esterno e usate per scrivere all'interno.


Mosaico: lo splendore del fondo oro

La tecnica musiva bizantina si distingue da quella romana per l'uso di tessere di pasta di vetro colorato a fondo d'oro e pietre dure, invece di marmi colorati.

Il mosaico parietale (a differenza di quello pavimentale romano) è l'espressione artistica prediletta, costituendo il più prezioso arredo degli edifici di culto, con una forte tendenza agli effetti vistosi dati dall'oro e dalla ricchezza delle vesti.


Rappresentazione di Cristo e della corte imperiale

Nei primi tempi, Cristo è raffigurato come un giovane seduto sul globo (il cosmo), affiancato da arcangeli vestiti di bianco come guardie del corpo imperiali. I santi appaiono come dignitari di corte con mantello e mani nascoste in segno di umiltà, mentre i vescovi indossano paramenti sacri e tengono in mano il modello della chiesa.

uesta interpretazione simbolica si manifesta nei celebri cortei di Giustiniano e Teodora che recano pane e vino eucaristici.


La figura di Giustiniano nei mosaici è emblematica: veste la clamide di seta porpora (colore imperiale), con una fibbia d'oro ornata di gemme, un diadema tempestato di pietre preziose e un'aureola. Tiene in mano l'offerta liturgica del pane eucaristico e indossa calzari di cuoio rosso, simboli di regalità. È affiancato da dignitari in bianco e porpora, guardie imperiali con il monogramma di Cristo sugli scudi, e il vescovo Massimiano di Ravenna con i sacerdoti.


Le figure sono schematizzate, alte e sottili, statiche, allineate in posizione frontale e simmetrica, con uno sguardo fisso. C'è una tendenza alla verticalità e alla fissità delle espressioni facciali, con occhi grandi e sopracciglia pesanti, un contorno nero di derivazione egizia. Si nota l'assenza di rilievo corporeo e chiaroscuro, l'annullamento della profondità spaziale (bidimensionalità) e lo splendore dell'oro e del colore.

La frontalità, rigidità e ieraticità sono caratteristiche peculiari, insieme alla prospettiva verticale.

Mosaici di chiara impronta bizantina sono presenti in Sicilia (Cappella Palatina, Martorana a Palermo, Duomi di Monreale e Cefalù) e a Venezia (Basilica di San Marco) tra l'XI e il XIII secolo.


Architettura: le grandi cupole e le piante centrali

L'architettura sacra bizantina si basa sulla costruzione di basiliche a pianta centrale con grandi cupole. Si sviluppano elementi architettonici di derivazione romana e paleocristiana, come la pianta a croce greca e latina.


Esempi a Costantinopoli:

Santa Sofia (VI secolo): Dedicata alla Divina Sapienza, voluta da Giustiniano, fonde la tipologia del martyrion con quella della basilica. Progettata da Isidoro di Mileto e Antemio di Tralle, presenta una forma quasi quadrata con una grande navata centrale e due minori. La cupola centrale è fiancheggiata da due semicupole più basse. I quattro minareti furono aggiunti dai Turchi quando fu trasformata in moschea.

Chiesa dei Santi Sergio e Bacco (VI secolo): Costituita da un vano centrale coperto da una cupola a spicchi, circondato da esedre curve e rette, derivando da prototipi adrianei ma anche da una significativa elaborazione dello schema a pianta centrale del martyrion.

Basilica dei Santi Apostoli (VI secolo): A croce greca, coperta da cinque cupole, servirà da modello per la Basilica di San Marco a Venezia.


Scultura: rilievi ornamentali e sarcofagi

La scultura è prevalentemente un rilievo ornamentale, subordinato all'architettura, presente su capitelli, pulvini e transenne. Le rappresentazioni sono frontali, astratte, con figure tozze e teste grosse, disposte in gruppi serrati con lineamenti e gesti fissi e una prospettiva gerarchica. Le chiese cristiane non volevano statue di culto per evitare l'idolatria.

Le fabbriche ravennate di sarcofagi fiorirono fino alla morte di Teodorico (fine IV - metà V secolo), inizialmente con scene della traditio legis e Cristo tra gli apostoli, poi sostituite da agnelli e composizioni simboliche con pavoni, vasi e cespi di acanto. Il rilievo si appiattisce e il fondo e il motivo assumono pari valore, eliminando i riferimenti naturalistici. Numerosi sarcofagi dell'epoca di Giustiniano si trovano a Ravenna, come il Sarcofago di San Rinaldo e il Sarcofago di Isaccio.


Eccezionale è la Cattedra di Massimiano, un'opera composita con parti decorative influenzate da intagli del Sinai e opere alessandrine, figure di santi legate a Costantinopoli e scene evangeliche in rapporto con cicli pittorici siriaci.


Esempi di porte lignee intagliate includono frammenti della porta con scene della vita di Davide (IV secolo, Milano, Museo della Basilica di Sant'Ambrogio) e le porte di Santa Sabina a Roma (V secolo), unico esempio di bassorilievo narrativo con scene dei due Testamenti.


La scultura tende a non sconfinare da una funzione decorativa, rivestendo transenne e amboni (come l'Ambone di Agnello a Ravenna) e gareggiando con le forme semplificate delle stoffe.


Iconografia: evoluzione dei simboli e delle figure


L'iconografia, una categoria della storia dell'arte che studia le immagini per il loro contenuto, nel mondo cristiano adotta una serie di motivi e raffigurazioni standard fin dalle pitture delle catacombe e nei sarcofagi.


Tra il IV e il V secolo, i tipi iconografici cambiano:


Cristo: Inizialmente giovane, senza barba, vestito di bianco e circondato dagli apostoli; successivamente diventa un uomo maturo con la lunga barba, segno del filosofo neoplatonico e del saggio.


Pietro: Caratterizzato come vescovo con capelli corti e grigi, barba corta e le chiavi in mano (dalla scena della traditio legis).


Paolo: La sua immagine è mutuata da quella del filosofo Plotino: lunga barba appuntita, testa stempiata, e la spada in mano come segno del suo martirio.

Le catene iconografiche non si fissano in base allo stile, ma secondo il modo in cui si affronta la struttura narrativa o simbolica di un determinato tema.

La miniatura nel Medioevo è una forma importante di documentazione e trasmissione di determinate iconografie (edizioni illustrate dei Vangeli e della Genesi).


Esempi iconografici:

San Pietro con le chiavi e San Paolo con la spada (mosaico, V secolo; Roma, San Paolo fuori le Mura).

Cristo appare sul monte e consegna le leggi (mosaico; Roma, Santa Costanza).


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