Pala Montefeltro di Piero della Francesca
- Rossana

- 22 giu
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Aggiornamento: 28 lug

La Pala Montefeltro, o Pala di Brera, di Piero della Francesca, dipinta tra il 1472 e il 1474 circa, è un capolavoro del Rinascimento italiano che sintetizza in modo sublime l'arte, la scienza e la filosofia dell'epoca.
Commissionata da Federico da Montefeltro per la chiesa di San Bernardino a Urbino, l'opera è un'esemplificazione perfetta della capacità di Piero di unire rigore prospettico, armonia cromatica e profondo simbolismo.
Il dipinto fu realizzato in un periodo di grande splendore per la corte di Urbino, sotto il mecenatismo illuminato di Federico da Montefeltro.
La sua destinazione originale era la chiesa francescana di
San Donato degli Osservanti, divenuta poi San Bernardino, dove Federico desiderava essere sepolto.
La pala Montefeltro, quindi, fungeva non solo da espressione della devozione del duca, ma anche da celebrazione della sua figura e della sua stirpe.
La presenza di Federico in armatura inginocchiato di fronte alla Madonna è un chiaro segno di questa commistione tra sacro e profano, tra fede e potere.
Uno degli aspetti più sorprendenti della Pala di Brera è la sua impeccabile costruzione prospettica.
Piero della Francesca, maestro della prospettiva matematica, crea uno spazio illusionistico di sorprendente profondità e realismo. L'architettura del fondale, con la sua abside a nicchia e la conchiglia a volta, funge da inquadramento perfetto per la Sacra Conversazione.
Punto di fuga: il punto di fuga è abilmente posizionato all'altezza degli occhi della Madonna, guidando lo sguardo dell'osservatore verso il centro della composizione e conferendo un senso di calma e stabilità.
Simmetria e equilibrio: la composizione è bilanciata da una rigorosa simmetria. La Madonna e il Bambino occupano il centro, affiancati da angeli e santi disposti in un semicerchio, creando un'armoniosa disposizione spaziale.
Geometria sottostante: sotto la superficie visibile, la pala è strutturata su principi geometrici precisi, con l'uso di forme perfette come il cerchio (simboleggiato dalla conchiglia) e il quadrato (dalla pavimentazione), che riflettono la visione neoplatonica dell'armonia universale.
La luce nella Pala di Brera è un elemento fondamentale e innovativo.
Non è una luce drammatica o emotiva, ma una luce diffusa, chiara e uniforme che modella le forme e rivela i volumi con una precisione quasi scultorea.
Luce unitaria: la luce proviene da una fonte esterna, forse da destra, e illumina ogni figura e ogni dettaglio con la stessa intensità, creando un'atmosfera di serenità e chiarezza.
Chiaroscuro morbido: Piero evita contrasti netti, optando per un chiaroscuro morbido che definisce i volumi senza appesantirli, conferendo alle figure un senso di monumentalità e solidità.
Palette cromatica: la palette di colori è raffinata e sobria, dominata da tonalità fredde come l'azzurro, il grigio e il bianco, con accenti di rosso e oro.
Questa scelta cromatica contribuisce all'atmosfera di solennità e purezza.
Le vesti ricche e i gioielli scintillanti, in particolare la perla sulla fronte del Bambino, sono resi con una precisione quasi fiamminga.
La pala presenta una Sacra Conversazione, con la Madonna col Bambino seduta su un trono elevato, circondata da angeli e santi, mentre Federico da Montefeltro è inginocchiato in primo piano.
La Madonna e il bambino: la Madonna è rappresentata con una dignità e una compostezza che la rendono una figura ideale, quasi astratta. Il Bambino, addormentato sul suo grembo, è un elemento di grande tenerezza, ma anche di profondo significato teologico. La perla di corallo rosso appesa al suo collo è un simbolo della Passione e della Resurrezione di Cristo.
Gli angeli: gli angeli, disposti in un semicerchio, hanno volti sereni e indifferenti, quasi enigmatici.
Le loro espressioni non tradiscono emozioni, ma contribuiscono alla solenne atmosfera del dipinto.
I santi sono identificabili dai loro attributi:
San Giovanni Battista: con la croce e il cammello.
San Bernardino da Siena: con il libro aperto.
San Girolamo: con il leone.
San Francesco d'Assisi: con le stimmate.
San Pietro Martire: con la ferita alla testa.
San Giovanni Evangelista: con il libro.
La scelta dei santi riflette gli interessi e le devozioni di Federico da Montefeltro e della sua corte.
Federico da Montefeltro: la figura di Federico è ritratta con un realismo straordinario, in particolare il suo profilo sinistro, data la perdita dell'occhio destro in battaglia.
La sua armatura scintillante e il suo atteggiamento devoto lo pongono in un rapporto diretto e umile con il divino, pur mantenendo la sua regale dignità.
La Pala Montefeltro è ricca di simboli, molti dei quali sono stati oggetto di diverse interpretazioni:
l'uovo di Struzzo: appeso al centro della conchiglia, l'uovo di struzzo è uno degli elementi più enigmatici.
Può simboleggiare la nascita immacolata, la creazione, la vita e la resurrezione. Alcuni lo collegano all'emblema della famiglia Montefeltro o alla loro devozione alla Vergine.
la conchiglia: simbolo di fecondità, rinascita e purificazione, la conchiglia è anche un elemento architettonico comune nelle chiese rinascimentali, evocando la perfezione della forma.
la piena maternità di Maria: la posizione del Bambino addormentato sul grembo di Maria può essere interpretata come un riferimento alla sua piena maternità e alla sua funzione di madre di Dio.
la pietra rossa: il corallo rosso al collo del Bambino è un simbolo apotropaico contro il male, ma anche un presagio della passione di Cristo.
Lo stile di Piero della Francesca si distingue per la sua "pittura di luce" e la sua meticolosa attenzione alla forma e al volume.
Egli è un pittore-matematico, e la sua arte è intrisa di un profondo razionalismo.
Influenze: Piero assimila le lezioni di Masaccio per la solidità delle figure, di Brunelleschi per la prospettiva e di Donatello per la monumentalità.
Tuttavia, la sua sintesi è del tutto originale.
Sebbene non sia un teorico della prospettiva aerea nel senso leonardesco, Piero utilizza la luce e il colore per creare un senso di profondità e atmosfera che anticipa sviluppi successivi.
Idealizzazione e realismo: la sua pittura oscilla tra l'idealizzazione delle forme e un acuto realismo, evidente nel ritratto di Federico da Montefeltro e nella resa dei dettagli delle vesti e delle armature.
La Pala Montefeltro di Piero della Francesca è un'opera d'arte di straordinaria complessità e bellezza.
Rappresenta l'apice del suo genio artistico, unendo in un'unica visione la perfezione geometrica, la luminosità cristallina e un profondo simbolismo religioso e politico.
Ancora oggi, la pala affascina per la sua enigmaticità, la sua armonia e la sua capacità di elevare lo spettatore in un'atmosfera di solenne contemplazione, testimoniando la grandezza del Rinascimento italiano e la visione unica di un artista che ha saputo fondere arte e scienza in una sintesi ineguagliabile.
È una testimonianza eterna del potere dell'arte di rappresentare la fede, il potere e la bellezza in un modo che trascende il tempo.


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