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La dama con l'ermellino di Leonardo da Vinci

  • Immagine del redattore: Rossana
    Rossana
  • 22 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 28 lug

Leonardo da Vinci La dama con l'ermellino
Leonardo da Vinci La dama con l'ermellino Cracovia

La dama con l'ermellino (1488-1490 circa), opera iconica di Leonardo da Vinci, è un capolavoro del Rinascimento italiano che ritrae Cecilia Gallerani, amante di Ludovico Sforza, duca di Milano.


Questo dipinto, olio su tavola (54,8 x 40,3 cm), si distingue per la sua innovazione tecnica e la profonda indagine psicologica.


Attualmente è conservato al Museo Czartoryski di Cracovia.


Identità e contesto storico


L'identità della dama è quasi unanimemente riconosciuta come Cecilia Gallerani, giovane intellettuale e musa di Ludovico il Moro.

Il dipinto fu realizzato durante il periodo milanese di Leonardo e riflette l'ambiente colto e raffinato della corte sforzesca.

La scelta di includere l'ermellino non è casuale e aggiunge strati di significato simbolico all'opera.


Composizione e postura innovativa


Una delle caratteristiche più rivoluzionarie del dipinto è la postura della dama.


A differenza dei ritratti quattrocenteschi, che spesso mostravano i soggetti di profilo o rigidamente frontali, Leonardo introduce il contrapposto.


Il busto di Cecilia è orientato verso sinistra, mentre il capo e lo sguardo sono rivolti con grazia verso destra, come se qualcosa o qualcuno fuori campo avesse attirato la sua attenzione e quella dell'ermellino.


Questa doppia rotazione crea un senso di dinamismo e immediatezza, rendendo la figura meno statica e più "viva".


La linea virtuale che collega la mano, l'ermellino e il viso è obliqua, salendo verso destra e conferendo eleganza alla composizione.


Luce e colore


La luce nel dipinto è gestita con maestria da Leonardo.


Proviene da destra e frontalmente, illuminando in modo intenso il viso, le mani e l'ermellino.


Questa illuminazione mirata valorizza la freschezza dell'incarnato di Cecilia e mette in risalto il candore del manto dell'animale.

Analisi ai raggi X hanno rivelato che inizialmente dietro la spalla sinistra della dama era presente una finestra, che potrebbe aver giustificato l'intensità della luce e il gioco di riflessi.


I colori sono scelti con sobrietà ed eleganza.


L'abito di Cecilia, con maniche di due colori diversi (rosso scuro e blu) e decorazioni sobrie, evidenzia la cura nei dettagli dell'abbigliamento rinascimentale.


L'incarnato è intenso, e il velo scuro che le cinge la fronte, insieme ai capelli bruni, crea un contrasto efficace con la luminosità del viso. L'ermellino, con il suo manto chiaro tendente al giallastro, si distingue nettamente dallo sfondo scuro e quasi monocromo, tendente al bruno.


È importante notare che lo sfondo originale potrebbe essere stato più chiaro, forse grigio-blu, e successivamente oscurato.


Simbolismo dell'ermellino


L'ermellino non è un semplice accessorio, ma un elemento carico di significati:


  • riferimento al nome: la spiegazione più diffusa è che l'animale sia un riferimento al cognome della dama, Gallerani. In greco, "ermellino" si dice "galê" (o "galis"), un'assonanza con "Gallerani".


  • simbolo di Ludovico il Moro: l'ermellino era anche un simbolo araldico di Ludovico Sforza, che nel 1488 era stato insignito dell'Ordine dell'Ermellino da Ferdinando I di Napoli.

    La sua presenza nel dipinto potrebbe quindi essere un omaggio al duca e alla loro relazione.


  • virtù e purezza: nel Medioevo e nel Rinascimento, l'ermellino era associato alla purezza e alla moderazione.

    Si credeva che preferisse morire piuttosto che sporcare la sua pelliccia bianca.

    Questa simbologia conferisce a Cecilia un'aura di virtù e nobiltà.


Dettagli tecnici e stile


Leonardo impiega la tecnica dell'olio su tavola, che gli consente di ottenere sfumature delicate e una resa dei dettagli eccezionale.

Lo sfumato, sebbene non così accentuato come nella Gioconda, è presente nell'addolcimento dei contorni, in particolare nel volto della dama, creando una transizione morbida tra luce e ombra e conferendo un senso di profondità e realismo.


Le mani affusolate di Cecilia, la ricchezza delle maniche e la collana di granato (che alcuni interpretano come simbolo di fedeltà amorosa o lutto, a seconda delle teorie) sono tutti elementi che dimostrano la cura leonardesca per ogni minimo particolare.


L'opera rappresenta una svolta nella ritrattistica rinascimentale, non solo per la posa dinamica, ma anche per la capacità di Leonardo di catturare l'introspezione psicologica del soggetto.


Lo sguardo della dama, pur non rivolto direttamente all'osservatore, comunica una vivacità e un'intelligenza uniche, che sembrano quasi cogliere l'osservatore di sorpresa.


La dama con l'ermellino è molto più di un semplice ritratto; è un'opera che condensa l'innovazione artistica di Leonardo, la sua maestria tecnica e la sua profonda comprensione della natura umana, rendendola un capolavoro senza tempo.

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