L'aggettivo
- Rossana
- 31 lug
- Tempo di lettura: 4 min

Migliora la tua padronanza dell'italiano: l'uso degli aggettivi è cruciale per esprimerti con chiarezza.
Questa guida approfondita ti condurrà attraverso ogni aspetto degli aggettivi italiani, dalle loro definizioni e categorie principali alla loro funzione sintattica e flessione di genere e numero.
Impara le particolarità e irregolarità più comuni, la corretta concordanza con i sostantivi e come un aggettivo possa persino trasformarsi in un sostantivo.
Esplora l'importanza della collocazione dell'aggettivo nella frase, e come la sua posizione possa cambiare completamente il significato.
L'aggettivo
Gli aggettivi aggiungono colore e specificità ai tuoi discorsi e scritti.
L'aggettivo è una parte del discorso che si riferisce a un sostantivo per descriverne una qualità, una proprietà o una caratteristica specifica.
Pensa agli aggettivi come a parole che ti aiutano a dipingere un quadro più chiaro del nome a cui si riferiscono.
Ad esempio:
Invece di dire "Nel mio amico c'è onestà e lealtà", puoi dire "È un amico onesto e leale". Qui "onesto" e "leale" sono aggettivi che descrivono l'amico.
Aggettivi Qualificativi
I qualificativi esprimono una qualità del nome, come "onesto", "leale", "simpatico", "alto", "bello". Possono avere molte alternative e descrivono come qualcosa "è".
Aggettivi Determinativi
I determinativi indicano una caratteristica specifica o una relazione del nome. Il loro numero è limitato e includono, ad esempio, "questo", "mio", "tuo", "suo", ecc.
Non descrivono una qualità, ma specificano "quale" o "di chi" è il nome.
Gli aggettivi possono svolgere due funzioni principali in una frase:
Attributo: quando l'aggettivo è direttamente collegato al nome e lo qualifica.
Esempio: "È un amico onesto e leale."
Predicato Nominale: Quando l'aggettivo è parte del predicato e si riferisce al soggetto tramite un verbo (solitamente il verbo "essere").
Esempio: "Franco è onesto e leale."
Gli aggettivi concordano in genere (maschile o femminile) e numero (singolare o plurale) con il sostantivo a cui si riferiscono.
Esempi:
un amico sicuro (maschile, singolare)
la sicura speranza (femminile, singolare)
gli amici sicuri (maschile, plurale)
le speranze erano sicure (femminile, plurale)
Particolarità e Irregolarità:
Aggettivi in -a: Seguono la flessione dei sostantivi (es. "marxista", pl. "marxisti" / "marxiste").
Troncamento ed Elisione: Aggettivi come "bello", "quello", "buono" e "santo" possono subire troncamenti o elisioni davanti a vocale o a determinate consonanti (es. "bel tipo", "bell'ingegno", "buon giorno", "sant'Anna").
Aggettivi Invariabili: Alcuni aggettivi non cambiano forma. Questi includono:
Quelli che non terminano in -o o -e (es. "pari", "cremisi", "blu").
Quelli formati da preposizioni, avverbi o verbi (es. "dabbene", "perbene").
Quelli che indicano colori e derivano da nomi di oggetti (es. "rosa", "viola", "marrone"). Se un aggettivo di colore è precisato da un altro sostantivo o aggettivo, diventa invariabile (es. "due rose rosso fiamma").
Aggettivi Composti: Solitamente, solo l'ultimo elemento muta la desinenza (es. "variopinto" -> "variopinta", "variopinti", "variopinte").
L'aggettivo deve sempre concordare con il sostantivo a cui si riferisce.
Con più sostantivi:
Se ci sono più sostantivi, anche singolari, l'aggettivo va al plurale.
Se i sostantivi sono di genere diverso e l'aggettivo è in -o (con plurale in -i), prevale il maschile plurale. Esempio: "Anna e Mario sono simpatici."
Quando l'aggettivo precede i sostantivi, concorda obbligatoriamente al plurale. Esempio: "Quella pasticceria ha ottime paste e dolci."
A volte, è accettabile la concordanza con il sostantivo più vicino, soprattutto se si vuole enfatizzare uno dei due. Esempio: "Cavour possedeva la prudenza e il coraggio necessario."
Un aggettivo può trasformarsi in un sostantivo quando è usato per indicare una persona, una cosa o un concetto che quell'aggettivo descriverebbe.
Esempi:
"l'uomo ricco" diventa "il ricco" (una persona ricca)
"la scienza fisica" diventa "la fisica" (la materia stessa)
"il tempo passato" diventa "il passato" (il concetto di tempo passato)
Molti nomi comuni in italiano sono aggettivi sostantivati.
La posizione dell'aggettivo qualificativo rispetto al nome può cambiare il significato o l'enfasi.
Dopo il nome (valore restrittivo): L'aggettivo specifica, distingue o limita il nome. Esempio: "Mi dia dieci cartelle verdi." (Ci sono cartelle di altri colori, voglio quelle verdi).
Prima del nome (valore descrittivo): L'aggettivo aggiunge una qualità accessoria o esornativa. Esempio: "Le verdi colline digradano verso il fiume." (Le colline sono verdi, ma non è una caratteristica distintiva rispetto ad altre colline).
Aggettivi sempre dopo il nome:
Alcuni aggettivi si collocano quasi sempre dopo il nome, specialmente quelli che:
Specificano forma o materia (es. "figura triangolare").
Esprimono appartenenza a una categoria (es. "un amico bolognese").
Sostituiscono un complemento di specificazione (es. "orario ferroviario").
Sono aggettivi alterati (es. "una bimba carina").
Sono più di uno, o determinati da un avverbio/complemento (es. "un lavoro difficile, faticoso e vano").
Alcuni aggettivi, quando posti prima del nome, assumono un significato diverso da quello che hanno dopo il nome. Spesso formano locuzioni fisse.
Esempi:
"un uomo povero" (non ha soldi) vs. "un pover'uomo" (una persona da compatire)
"uomo bravo" (capace) vs. "brav'uomo" (persona buona, onesta)
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