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Storia della Svizzera: cenni storici sul Canton Ticino in epoca romana

  • Writer: Rossana
    Rossana
  • Aug 1
  • 3 min read



Incisione ottocentesca raffigurante Cesare che riceve l'ambasceria del vecchio Divicone.
Incisione ottocentesca raffigurante Cesare che riceve l'ambasceria del vecchio Divicone



Opera di Charles Gleyre raffigurante Gli Elvezi che costringono sotto al giogo i Romani (1858), allusione alla Battaglia di Agen. In età romantica gli storici svizzeri riscoprirono gli Elvezi e ne fecero una sorta di mito nazionale, Divicone venne paragonato a Guglielmo Tell e a Arnold von Winkelried.
Opera di Charles Gleyre raffigurante Gli Elvezi che costringono sotto al giogo i Romani (1858), allusione alla Battaglia di Agen. In età romantica gli storici svizzeri riscoprirono gli Elvezi e ne fecero una sorta di mito nazionale, Divicone venne paragonato a Guglielmo Tell e a Arnold von Winkelried.


Svizzera - Testo del patto federale del 1291
Svizzera - Testo del patto federale del 1291





L'Italia centro-settentrionale secondo l'Historical Atlas con i Lepontii nell'area settentrionale della Gallia Transpadana
L'Italia centro-settentrionale secondo l'Historical Atlas con i Lepontii nell'area settentrionale della Gallia Transpadana



















Il Ticino in epoca romana


Nel IV secolo a.C., la regione dell'odierno Canton Ticino era abitata da popolazioni celtiche, i Leponti.

L'interazione con i Romani si intensificò dal II secolo a.C., quando le legioni romane iniziarono a spingersi verso nord per controllare i valichi alpini.




La sottomissione definitiva del territorio ticinese avvenne con la vittoria di Augusto sui Reti e i Camuni nel 15 a.C., a seguito della quale l'intero arco alpino fu integrato nell'Impero Romano.


Dopo la conquista, il Ticino fu inquadrato nella Regio XI Transpadana, all'interno della quale la maggior parte del territorio ticinese divenne parte della Gallia Cisalpina.


Più tardi, con la riorganizzazione amministrativa di Diocleziano (fine III secolo d.C.),

la regione fu annessa alla Provincia delle Alpi Cozie.

La capitale regionale, Comum (l'odierna Como), rivestiva un ruolo cruciale come centro amministrativo, politico ed economico, e la sua influenza si estendeva su gran parte del Ticino meridionale.


L'epoca romana portò significative trasformazioni nel paesaggio ticinese.


Il Ticino, pur non ospitando grandi città, si trovò al centro di importanti vie di comunicazione.


Le principali infrastrutture furono:


le strade romane non si limitarono a collegare i centri principali, ma servirono anche a facilitare il transito militare e commerciale attraverso le Alpi


la più importante era la cosiddetta Via del Lucomagno, che collegava Comum con la Rezia e la Germania


un'altra strada importante era la Via Spluga, che passava per la Val Mesolcina e la Valchiavenna, facilitando i collegamenti con il nord


la costruzione di ponti in pietra, come quello di Biasca, testimoniano il livello ingegneristico raggiunto.


Questi ponti non solo facilitavano il passaggio dei fiumi, ma avevano anche una funzione strategica per il controllo del territorio.


La popolazione ticinese continuò a vivere in piccoli insediamenti rurali (vici), spesso situati in posizione strategica lungo le vie di comunicazione o in prossimità dei fiumi.


Gli scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di alcune di queste abitazioni, come a Muralto, dove sono state trovate le fondamenta di una villa romana.


L'economia del Ticino romano era principalmente agricola.


Le fertili terre del Piano di Magadino erano coltivate a cereali, viti e olivi.

L'allevamento, soprattutto di ovini e caprini, era una risorsa fondamentale per la sussistenza.

La vicinanza con l'Impero Romano e le vie di comunicazione favorirono anche lo sviluppo del commercio, in particolare con la Gallia Cisalpina e la Rezia.


La romanizzazione non fu solo un processo militare e amministrativo, ma anche culturale. La popolazione locale adottò gradualmente il latino, i costumi e la religione romana.

I nomi delle divinità celtiche vennero affiancati o sostituiti da quelli romani, e nei centri più importanti si diffusero i culti imperiali.


Il declino dell'Impero Romano, a partire dal III secolo d.C., ebbe un impatto significativo anche sul Ticino.


Le invasioni barbariche, in particolare quelle di Goti e Alamanni, misero a dura prova la stabilità del territorio.

I centri abitati vennero fortificati, come dimostrano i resti di fortificazioni a Bellinzona e Locarno.


Le vie di comunicazione divennero meno sicure, il commercio si ridusse e l'economia locale subì un forte regresso.

La fine della dominazione romana, nel V secolo d.C., segnò l'inizio di un periodo di forte instabilità politica, che vide il succedersi di Goti, Longobardi e Franchi.


L'epoca romana ha lasciato un'impronta profonda sul Ticino, con la costruzione di infrastrutture, la diffusione della lingua e della cultura romana e la sua integrazione in un sistema economico e politico più ampio.


Pur non essendo un centro di grande importanza strategica, il Ticino ha svolto un ruolo cruciale come porta di accesso alle Alpi e come crocevia di culture e commerci.



 
 
 
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